Quale Futuro per l'Olio Extravergine di Oliva nella Stagione 2023/2024?

Quale Futuro per l'Olio Extravergine di Oliva nella Stagione 2023/2024?

Una Produzione Globale in Calo: Quali Sono le Cause di Questa Scarsità?

La stagione 2022/2023 ha testimoniato una delle produzioni globali più basse degli ultimi anni. Con meno di 2,5 milioni di tonnellate prodotte a livello mondiale, il settore dell'olio extra vergine di oliva sta affrontando una delle sfide più grandi degli ultimi decenni. In realtà è la produzione Ue ad essere la più bassa del decennio, con 1,37 milioni di tonnellate, trascinata dalla Spagna che non ha superato le 700 mila tonnellate e che ha segnato un -56% rispetto alla campagna precedente. Di contro l'extra Ue conferma 1,1 milioni di tonnellate riducendo al minimo il gap con la produzione comunitaria. Sono in flessione anche gli scambi del primo trimestre 2023 e le stime del COI sul consumo mondiale propendono per una riduzione rispetto al 2022. A preoccupare, peraltro, sono le previsioni produttive per la prossima campagna che registrano ancora grandi difficoltà per la Spagna a causa del perdurare della siccità.

L'Italia nel Vortice della Crisi: Come si Sta Adattando alla Tendenza al Ribasso?

In Italia, la situazione non è migliore. ISMEA stima i volumi 2022/23 a 241 mila tonnellate con una flessione del 27% rispetto alla campagna precedente, e una revisione verso l'alto il dato di novembre 2022 elaborato in collaborazione con Italia Olivicola e Unaprol. Per la prossima campagna, pur restando in una situazione di totale incertezza, al momento c'è un cauto ottimismo soprattutto perché questa dovrebbe essere un'annata di carica nelle aree più vocate della Puglia. Intanto, però, si registrano i problemi all'allegagione causate dalle piogge di maggio e giugno in Sicilia e in Calabria rendendo azzardata, ad ora, qualsiasi previsione.

I Prezzi in Costante Ascesa: Perché Assistiamo a un Incremento Senza Precedenti?

Il 2023 sarà ricordato, probabilmente, come l’anno dei record nei listini degli oli di oliva. In una certa misura il fenomeno dei prezzi alti per questa campagna non è una sorpresa. La produzione iberica, più scarsa delle più pessimistiche previsioni, aveva già da subito posizionato le quotazioni a livelli elevati. Quello che era difficilmente prevedibile e che

ha un po’ disorientato il mercato è stato il fatto che, con il passare delle settimane, la tendenza rialzista non si è affievolita ma anzi si è rafforzata, innescando in primavera una spirale inflattiva che non ha precedenti nel settore, analizzando almeno le serie storiche degli ultimi decenni. Alle poche disponibilità della campagna in corso, infatti, si sono

sommate le pessimistiche aspettative per la prossima campagna di raccolta in Spagna dove la siccità dello scorso anno e della prima parte del 2023 fa propendere per una raccolta scarsa. L’allarme è arrivato anche dagli imbottigliatori che hanno espresso la loro apprensione per il reperimento della materia prima a cui si sono aggiunti i rincari energetici

e quelli del confezionamento. Anche il ricorso agli stock potrebbe non trovare la piena soddisfazione della domanda perché, stando alle stime della Commissione, per la Ue, a fine campagna le scorte potrebbero restare abbondantemente sotto le 300 mila tonnellate (solo nel 2015 si era scesi più in basso). Insomma, una situazione complessa che si riflette interamente nelle quotazioni alla produzione degli oli di oliva in Italia e più in generale in tutti i paesi produttori.

in Italia, secondo rilevazioni ISMEA, il prezzo medio dell’extravergine di giugno ha superato per la prima volta i 7 euro al chilo, mai così in alto e soprattutto non si erano mai visti listini medi sopra i 6 euro per così tanti mesi consecutivi. Ovviamente, sono le piazze pugliesi a determinare, per lo più, tali livelli: a giugno tutte hanno superato i 7 euro grazie anche all’ultima settimana del mese che ha visto quotazioni toccare gli 8 euro al chilo per arrivare addirittura ai 9 euro in alcune contrattazioni dei primi di luglio.

Salendo verso Nord, come sempre, i listini sono più alti con l’Abruzzo che da mesi è stabilmente sui 9 euro. Nei primi sei mesi dell’anno i listini alla produzione dell’EVO italiano sfuso sono cresciuti del 49% in linea, peraltro, con quanto accade in Spagna. 

Scenario Internazionale: Come si Confronta l'Italia con i Paesi Competitori?

Questo fenomeno non riguarda solo l'Italia ma coinvolge l'intero mercato internazionale. Anche il mercato iberico, infatti, sta registrando prezzi record. In media l’extravergine in giugno ha superato i 6 euro al chilo, livello mai raggiunto prima. Superano il 50% gli aumenti in Grecia e Tunisia dove in giugno, al pari della Spagna, i listini medi hanno superato i 6 euro al chilo con le prime quotazioni di luglio che hanno confermato la tendenza al rialzo.

La tendenza al rialzo non mostra segni di attenuazione, creando un'atmosfera di incertezza nel mercato globale.

Il Complesso Quadro dei Costi di Produzione: Come Affrontano gli Operatori Questa Sfida?

Altro elemento sempre al centro delle preoccupazioni degli operatori è quello relativo ai costi di produzione le cui dinamiche assumono connotati di incertezza che non aiutano la programmazione né della produzione nella fase agricola, né nelle fasi più a valle.

Per l'aggregato delle colture vegetali si registra nel primo semestre 2023 un aggravio dei costi sostenuti dagli agricoltori del 6% su base annua (dopo il + 24% del 2022 sul 2021). I rincari hanno investito tutti i settori seppur con intensità differente. Scendendo nel dettaglio del settore oleario, tenendo conto della fase agricola, si evidenziano incrementi in linea con la media delle coltivazioni sia per il mais che per la soglia, mentre restando sulle oleaginose si rileva il +10% per la produzione di mais. Supera la media del complesso delle coltivazioni anche l’indice dei costi dell’olivicoltura (+8%). All’aumento dei costi nella fase agricola vanno poi aggiunti tutti quelli nelle fasi più a valle, a partire dal confezionamento che ha visto ulteriori incrementi rilevanti del prezzo del vetro, ad esempio, oltre alla difficoltà di reperirlo.

Le Aspettative e le Preoccupazioni degli Operatori: Quali Sono i Prossimi Passi per il Settore?

L'incertezza del mercato sta alimentando discussioni intense tra gli operatori del settore. Gli imbottigliatori temono una riduzione delle disponibilità, portando a una previsione di vendite in calo. Questa incertezza si riflette nell'indice Ismea del clima di fiducia, che mostra preoccupazioni sia per la produzione complessiva che per la diminuzione delle scorte. Nel settore agricolo, l'incertezza è ancora ampia, con l'estate appena iniziata che porta speranze di un'annata di carica in alcune regioni pugliesi, nonostante le condizioni meteorologiche altalenanti.

Quali sono le previsioni per la Campagna 2023?

Con l’avvicinarsi dell’inizio della campagna olearia si sta delineando un quadro più chiaro della stagione olivicola che ci aspetta. Appare una situazione piuttosto disomogenea a livello italiano. In generale, questa sarà una annata media, con una produzione del 50-60% rispetto a una annata di carica.

  • L’allegagione è stata fortemente ridotta dalle piogge e dal clima fresco umido durante la fioritura in molte regioni come Puglia, Calabria, Sicilia e Toscana.
  • D’altra parte, le abbondanti piogge primaverili hanno consentito un migliore sviluppo della drupa.
  • L’innalzamento delle temperature nel mese di agosto è stato invece fondamentale per il controllo di molti patogeni tra cui la mosca, anche se con l’abbassamento delle temperature di settembre potrebbe causare ulteriori danni.

Ad oggi si presenta una situazione a macchia di leopardo in gran parte delle regioni italiane.

  • Nord e centro registrano cali produttivi tra il 20% e il 50%,
  • mentre per la Puglia si registra un aumento del 30-40%,
  • nessuna variazione per Sicilia e Calabria.

Secondo Unaprol, le produzioni dovrebbero attestarsi intorno alle 270 mila tonnellate di extra vergine di oliva rispetto alle 241 dello scorso anno.

Minore produzione si registra anche per la Spagna, Tunisia e Turchia sempre a causa di siccità e cali di produzione. Vedremo quale sarà l’andamento dei prezzi dopo l’inizio della raccolta in ottobre.

 

Conclusioni: Strategie per Affrontare un Futuro Incerto

In conclusione, il settore dell'olio extra vergine di oliva si trova di fronte a una delle sfide più complesse della sua storia. La produzione globale è in calo, i prezzi sono alle stelle e i costi di produzione sono in aumento. Gli operatori si trovano di fronte a una serie di sfide senza precedenti, richiedendo strategie innovative per sopravvivere in un mercato così volatile.

 

Fonte: https://www.ismeamercati.it/, rapporto n.1/2023 - Luglio 2023

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